Articolo di Antonio Zago
Barça, sempre Barça e ancora Barça. La stagione della Liga si è chiusa quest’anno come l’anno scorso e come quello prima ancora, con il paradosso che oltre alla vittoria dei catalani, la quinta negli ultimi sette campionati, anche le prime tre sono le stesse della stagione precedente. Dietro ai Blaugrana troviamo, il Real Madrid targato Mourinho e il Valencia di Emery, poi a seguire tutti gli altri. Guardando la classifica finale ciò che stupisce è la spaccatura tra le prime due e il resto delle squadre, ciò che però inizia a preoccupare è la costanza di questo dato. Negli ultimi due campionati Barça e Real hanno ottenuto almeno 92 punti a testa con un distacco dalla terza di almeno 21 punti. Un gap di tali proporzioni genere pone i tifosi spagnoli e gli appassionati internazionali di fronte a molte domande e a forti dubbi, sulla qualità media dello stesso campionato iberico.
L’ottantesima edizione della Liga Nacional de Fútbol Profesional (LFP) ha visto la vittoria del Barça, che ha conquistato la bellezza di 96 punti, frutto di 30 vittorie 6 pareggi e 2 sconfitte con 95 goal fatti e solo 21 subiti. Una supremazia che si potrebbe definire imbarazzante anche nei confronti dello stesso Real Madrid, che nonostante un secondo posto da ben 92 punti e un C. Ronaldo da 40 goal, non è stato mai in grado di riprendersi totalmente dalla manita subita al Camp Nou, nella prima sfida contro il Barcellona. Real Madrid che per il futuro sembra puntare più a cambiamenti in seno alla società piuttosto che all’ennesima rivoluzione di mercato.
Andiamo con ordine, il Barça di Pep Guardiola è obbiettivamente la migliore squadra europea, lo conferma il trionfo a Wembley, se non del mondo, gioca un calcio perfetto, fatto di passaggi, gran controllo palla, accelerazioni fulminee, ma anche di un gran lavoro di squadra e di una coralità assolutamente unica se rapportata al valore e al talento dell’undici titolare e alla presenza di grandi solisti come Messi, Xavi, Villa etc. etc. Subito dietro la dominatrice del campionato, troviamo il Real di Mourinho, la squadra dello Special One ha espresso solo in parte il grande potenziale di cui è dotata, ha trovato in C. Ronaldo il realizzatore principe oltre che l'uomo di riferimento, ma ha pagato a caro prezzo alcuni importanti infortuni, come quello di Higuain, proprio nel momento in cui era ancora in piena corsa per la Liga. Indubbiamente visti gli investimenti di Florentino Perez nell’ultimo biennio ci si aspetta molto di più nella stagione ventura, altrimenti si dovrebbe parlare di fallimento del progetto Mourinho. Almeno i tifosi delle merengues quest’anno si consoleranno con la coppa del Re tornata a Madrid dopo 18 anni. Nel complesso però Mourinho dovrà lavorare molto per dare quella compattezza e aggressività nel gioco e quello spirito vincente che hanno sempre caratterizzato le sue squadre quando hanno vinto e convinto, partendo dal Porto, passando per il Chelsea e finendo con l’Inter.
Dietro alle prime due il vuoto!!
O meglio la normalità, fra le altre nobili della Liga, Valencia e Villarreal centrano la qualificazione alla prossima Champions League, i primi direttamente i secondi se la giocheranno ai preliminari. I Ragazzi di Emery sono andati oltre le attese (si pronosticava un 5-6° posto ad inizio stagione) facendo del gioco di squadra e della forza del “fortino” Mestalla le armi principali di questa stagione. Il Villarreal di Pepito Rossi, ha avuto un’ottima stagione complessiva, anche a livello europeo, ma la squadra ha pesantemente mancato gli appuntamenti contro le grandi del campionato, ricevendo sonore lezioni e dimostrando di non essere ancora pronto per il salto di qualità necessario per la lotta di vertice.
A quota 58 punti troviamo la quinta la sesta e la settima, rispettivamente il Siviglia, l’Atletic Bilbao e l’Atletico Madrid. Gli andalusi di Luis Fabiano e del presidente José María del Nido pagano un'annata di alti e bassi, le molte difficoltà sia a livello di spogliatoio che di gioco e quindi già la quinta posizione è nel complesso un risultato discreto,anche se al disotto delle attese. In un prossimo futuro, sarà però necessaria un’importante rifondazione con un significativo miglioramento della rosa, per poter aspirare a portate a casa quel trofeo che manca da 65 anni. L'Athletic Bilbao, unica squadra mai retrocessa insieme a Barça e Real, torna a respirare l’aria dell’Europa, la formazione basca grazie ad un Fernando Llorente super e ad una giusto mix di veterani e giovani di belle speranze e tornata a far ben sperare i propri tifosi soprattutto in attesa di un possibile approdo nelle prime quattro della classifica e quindi in Chapions, vero obbiettivo per la prossima stagione. La prima parziale delusione della stagione in corso è sicuramente l'Atletico Madrid che ha raggiunto l'Europa League solo grazie al posto liberato dalla sfida finale di coppa del Re tra Barça e Real. I Colchoneros, erano pronosticati come la possibile outsider per la vittoria finale o quanto meno dati come possibili terzi in campionato, forti della vittoria nella scorsa edizione di Europa League e della Supercoppa Europea. Alla fine però Aguero e compagni hanno vissuto una stagione mediocre fatta di prestazioni scialbe e poco convincenti. La nuova stagione partirà con un nuovo tecnico, Benitez e Luis Enrique, i candidati più credibili, ma soprattutto rischierà di iniziare senza il Kun Aguero, che ha già chiesto la cessione, Diego Forlan dato per sicuro partente, e David de Gea che sembra essere già dello United di Sir Alex Ferguson.
Dopo le squadre qualificate per l’Europa troviamo un "gruppone" di squadre che fino alle ultime giornate hanno rischiato la retrocessione. Espanyol, Osasuna e Sporting Gijon hanno mantenuto fede alle attese e ai pronostici di inizio campionato centrando una salvezza mai veramente in dubbio.
Dall’undicesima alla diciottesima, prima retrocessa, ci sono solo 3 punti di distacco e tutte hanno tremato fino agli ultimi 90 minuti. L’ultima giornata ha decretato la retrocessione di una nobile decaduta del calcio spagnolo, il Deportivo la Coruna, che l’anno prossimo ripartirà con Hercules e Almeria, dalla Liga Adelante. La squadra di La Coruna, che sette anni fa batteva il Milan (campione d’Europa) e volava in semifinale di Champions, è stata negli ultimi anni e nella stagione in corso in particolare in balia dei numerosi problemi societari, minando la tranquillità dei giocatori e soprattutto causando una serie incredibile di errori di mercato e di sperpero del poco denaro a disposizione. Le altre due retrocesse, sono letteralmente crollate nel girone di ritorno, con la squadra di Alicante che ad inizio campionato veleggiava tranquilla a metà classifica poi ha subito una flessione inspiegabile se non nella mancanza di mezzi strutturali, campi da allenamento etc, indispensabili per preparare al meglio la Liga, mentre l’Almeria colpito dalla crisi economica e da una serie di cessioni importanti, ha rispettato le attese, era “la retrocessa certa” del campionato fin dall’inizio della stagione.
In conclusione il verdetto principale emesso dalla Liga di quest’anno, non è tanto la supremazia del Barça su tutti gli altri, questo già si sapeva, ma quanto l’esistenza di una Liga a due velocità quella supersonica di Barça e Real, dalle rose stellari e dalle infinite disponibilità economiche e quella mediocre di tutte le altre squadre che hanno lottato non solo per le posizioni “umane” del campionato, ma anche e soprattutto per la sopravvivenza economica e finanziaria alla crisi che sta attanagliando i club spagnoli.
Articolo di Antonio Zago
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